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giovedì 18 giugno 2015

Casal de' Pazzi: percorsi pedonali pericolosi e pieni d'incuria

Ponte Mammolo è il ventinovesimo quartiere di Roma e ad esso appartengono le aree della Tiburtina che gravitano intorno al fiume Aniene.

In queste zone, sia per la presenza di riserve naturali che per una complessiva cattiva pianificazione, sono sorti insediamenti abitativi completamente staccati dal tessuto urbanistico cittadino: uno di questi quartiere è proprio Casal 'de Pazzi, compreso tra la Nomentana e la Tiburtina e attraversato da un grande asse di scorrimento che poi confluisce su via Casal 'de Pazzi, una stradina mai interessata da piani di allargamento o di adeguamento e per questo scomoda e pericolosa sia per le auto che per i pedoni.

A questo, ovviamente, si aggiunge l'assoluta carenza di decoro e di pulizia, che, come su buona parte di Roma, rende l'atmosfera del quartiere ancora più triste e caotica.










La situazione non migliora quando si lascia via Casal 'de Pazzi per via Egidio Galbani, dove si trovano delle corsie automobilistiche inutilmente sovradimensionate, mentre i pedoni sono costretti a compiere deviazioni per mancanza di marciapiedi o incuria degli stessi. 

Non solo, la carreggiata troppo larga comporta dei rischi anche per i flussi automobilistici, che si trovano a non essere correttamente incanalati.
Dalle foto risulta evidente come in una singola corsia possano entrare addirittura due auto.

Non va meglio nemmeno per i parcheggi al lato della strada, non segnalati e ricoperti da terra.

Insomma, una zona nata male, in un'epoca in cui probabilmente si pensava al trasporto privato come alla soluzione di tutti i mali, e proseguita peggio; nel corso di questi anni non è stato fatto quasi nulla per riportare questa zona ad un livello di umanità, tant'è che sembra di passeggiare su un'isola completamente staccata dal resto della città e circondata da un mare di automobili. 















1 commento:

Anonimo ha detto...

a parte i marciapiedi dissestati e incatramati , ma chi è quel cane mafioso che ha deciso che roma doveva essere invasa da quei dissuasori bianchi e rossi da vomito sia come materiale che come design e colori

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